Chiarezza ed aiuti concreti da parte del Governo è quanto chiede a gran voce Roberto Cipolletti, presidente ASI Lazio e vicepresidente Asso Impianti Sportivi.
Sheyla Bobba ha intervistato per Disputandum, su Radio SenzaBarcode Roberto Cipolletti presidente ASI Lazio nonché vicepresidente di Asso Impianti Sportivi. Si è discusso con lui della mancanza di chiarezza ed aiuti concreti del Governo ai gestori pubblici e privati di impianti sportivi. Da qui le richieste avanzate dall’associazione Asso Impianti Sportivi, a rappresentare quest’ultimi.
Subito l’esplicito riferimento è alla pandemia e a quello che sta portando questa grave crisi non soltanto economica, ma proprio dal punto di vista sociale. Coronavirus e quanto sta succedendo al nostro Paese per ciò che riguarda gran parte della popolazione italiana, lo sport argomento non ancora toccato da SenzaBarcode. Roberto Cipolletti ha dunque ricordato “lo sport in Italia è un comparto che con il suo indotto arriva quasi al 4% del Pil”, che vede impegnate alcune centinaia di migliaia di persone tra tecnici, atleti, arbitri, dirigenti sportivi i quali di tale passione hanno fatto il loro lavoro. Ci sono poi anche venti milioni di praticanti. Sottolinea Cipolletti “chi pratica sport ne guadagna psichicamente e fisicamente, in salute. Ne guadagna quindi pure il sistema sanitario nazionale”.
È Sheyla a riportare l’attenzione sul fatto che l’attività fisica sia stata sin dall’inizio del Covid-19 quasi ghettizzata
Si può fare attività, non si deve fare attività: si può fare all’aperto, o no. Una confusione che continua a caratterizzare anche il presente periodo e che la conferenza di ieri del Presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte non ha aiutato molto ad attenuare, afferma la Bobba. Della stessa impressione Cipolletti, che illustra adesso perciò quali siano le loro richieste e perché arrivati a farle.
“Il 90-95% delle volte che gli italiani praticano sport lo fanno dentro impianti sportivi Impianti sportivi che sono gestiti da società o associazioni sportive che non hanno scopo di lucro… ma con costi e spese da sostenere”. Continua Cipolletti nel sottolineare che alcuni di questi impianti hanno tecnologie complesse e di conseguenza spese molto ingenti. Dall’8 marzo tali impianti sono stati completamente chiusi, lasciando a casa un milione di lavoratori e finora non alcuna risposta è stata data da parte del Governo".
Il presidente ASI Lazio ha precisato che "nessuno vuole sostituirsi a medici, scienziati e Governo nel dire quando e come ripartire, tuttavia i gestori pubblici e privati di impianti sportivi chiedono di cominciare ad avere delle certezze, di capire come e quando riaprire".
Nello specifico Asso Impianti Sportivi chiede la detrazione al 100% di tutte le spese per sanificazione acquisto di DPI e il riassetto delle strutture. Tra gli altri provvedimenti richiesti l’incremento del fondo stanziato al Credito Sportivo, attualmente del tutto insufficiente, e che venga riconosciuto il credito d’imposta del 60% sugli affitti sia privati sia di immobili in cui vengono svolte attività sportive che non sono accatastate C1.
Sheyla inoltre ricorda che il comparto sportivo ha come iterlocutori Vincenzo Spadafora, ministro per lo Sport e l’assessore allo Sport del Comune di Roma Daniele Frongia oltre che la Regione Lazio. Chiede poi se, in quanto vicepresidente di Asso Impianti Sportivi, ha delle richieste altre da formulare loro.
“Noi chiediamo al ministro che rappresenta lo Sport al Governo di rendersi conto che lo sport, anche di base, esiste ed esistono gli impianti sportivi. Non c’è solo la corsetta al parco o il calcio di serie A. Esiste tutto un mondo in mezzo a questi due soggetti che comincio a pensare sia sfuggito a Spadafora…”.
Cipolletti si è infine rivolto al presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti invitandolo ad essere un po’ più coraggioso nelle azioni poiché il Lazio è tra le regioni meno colpite e con un numero di contagi con crescita prossima all’uno per cento pertanto può e deve tracciare la via della ripresa e riapertura, di impianti sportivi compresi.
Infine ha rivolto un appello agli enti pubblici e al Comune di Roma, affinché vengano semplificate le pratiche per rendere fruibili gli spazi all’aperto nei centri sportivi. Uno degli enormi problemi è proprio la burocrazia.