Gasshuku Nazionale

Ogni anno la IOGKF Italia con il sostegno dell’ASI organizza nel mese di aprile il Gasshuku Nazionale invitando a condurlo i migliori Maestri Internazionali della IOGKF (International Okinawan Goju Ryu Karate-do Federation).

L’edizione 2018 appena conclusasi è stata condotta da Sensei Bakkies Laubscher, 9° dan e Technical Advisor della IOGKF nonché Capo Istruttore del Sud Africa e da Sensei Paolo Taigō Spongia 7° dan e Capo Istruttore d’Italia IOGKF.

Un po’ di numeri per inquadrare bene chi sia e cosa rappresenta Sensei Bakkies per il mondo del Goju Ryu tradizionale e per la IOGKF in particolare.

Nato nel 1948 in Sud Africa, 54 anni di Pratica del Karate alle spalle, di cui 52 di Goju Ryu tradizionale, e 46 vissuti come allievo di Sensei Morio Higaonna (da quando lui ne aveva 24 e Sensei Morio Higaonna dieci di più), è oggi l’allievo più anziano del leggendario Maestro Higaonna.  Primo degli occidentali ad essersi allenato continuativamente nel Dojo di Yoyogi a Tokyo nei primi anni ‘70 (il Dojo in cui insegnava Sensei Morio Higaonna), è stato tra i fondatori nel 1979 a Poole in Inghilterra della IOGKF, che è, delle organizzazioni legate al Goju Ryu tradizionale, la più grande e prestigiosa al mondo, contando oggi infatti più di 75 mila membri in oltre 60 nazioni.

Nono Dan, il grado più alto mai raggiunto da un occidentale nella IOGKF, ne è attualmente Direttore Tecnico insieme a Sensei Kazuo Terauchi. Padre di tre figli, 22 anni di carriera militare, insignito della medaglia al valor militare dal comando delle forze di difesa sudafricane.

In un’intervista di qualche anno fa alla domanda se la sua stazza lo avesse aiutato o piuttosto danneggiato nella pratica, ha precisato che se è vero che il detto popolare recita “Più sono grossi più fanno rumore quando cadono” è anche vero però “che più sono grossi più fanno male quando colpiscono”.  

Il suo intento è sempre stato quello di unire alla potenza dei colpi, la velocità. Così è facile capire come, avendo visto all’opera un giovane Sensei Higaonna ed essendo rimasto colpito dalla rapidità dei suoi movimenti, si prefisse da subito l’obiettivo di assorbirne la fluidità e la velocità integrando le proprie doti naturali legate alla forza.

La sua pratica si ispira alla semplicità e all’efficacia. Costante è il richiamo agli aspetti tradizionali del karate: junbi undo (esercizi preparatori), hojo undo (allenamento supplementare tradizionale, condotto con gli attrezzi tipici del Goju Ryu, chishi, ishi ashi, nigirigame, kongoken, makiwara ecc), kata e bunkai, (le applicazioni delle tecniche contenute nei kata devono essere riportate in un contesto reale, dove la tecnica tramandata si fa efficace anche in circostanze legate all’autodifesa), kumite (sparring e combattimento), e kihon (tecniche di base, fondamentali).

I metodi di allenamento, ancora ai tempi del dojo di Yoyogi a Tokyo, insistevano molto sulle infinite ripetizioni dei fondamentali. Intere sessioni di allenamento potevano essere spese al makiwara, o alla ripetizione fino allo sfinimento delle tecniche di base. Con gli anni la metodologia di insegnamento è un po’ cambiata, ma comunque Sensei Bakkies continua a richiamarsi alla semplicità e ai fondamentali. “Keep it simple” è il suo motto. Dove simple sta per semplice (non facile!) perché l’allenamento deve essere focalizzato principalmente sul corretto apprendimento delle tecniche fondamentali e sulla costruzione di una condizione fisica ottimale.

Velocità e forza, semplicità e condizionamento. Alla soglia dei 70 anni, e con una stazza considerevole, Sensei Bakkies ci continua a stupire con l’esempio, anche durante il Gasshuku non si è risparmiato piegamenti sulle braccia esplosivi, eseguiti con balzo, battimano e rotolamento laterale, un’impressionante fluidità e potenza d’azione durante le esecuzioni tecniche. Una testimonianza evidente di come il karate tradizionale possa forgiare e mantenere il corpo in perfetta condizione attraverso la serietà e la qualità dell’allenamento.

Ospite in Italia per la quarta volta, dopo l’ultima visita per il Gasshuku Europeo del 2013 organizzato dalla IOGKF Italia a Catania, Sensei Bakkies il giorno prima del Gasshuku ha condotto presso il Tora Kan Dojo una lezione per i quarti dan e per i responsabili di Dōjō (Scuola Tradizionale dell’Arte Marziale). Grande attenzione è stata posta in questa occasione sullo junbi undo, gli esercizi preparatori tradizionali, che oltre a rappresentare un efficace metodo di riscaldamento muscolare che permette di cominciare la pratica correttamente attraverso il risveglio e attivazione di tutte le fasce muscolari e di tutte le articolazioni, è anche uno studio che ci permette di addentrarci nelle tecniche e nei principi base del Goju Ryu, carpendone il significato più profondo e le implicazioni legate all’applicazione nel kata e nel combattimento.

I giorni del Gasshuku vero e proprio (14 e 15 aprile) sono stati dedicati al lavoro di gruppo (di nuovo junbi undo) e a sessioni di lavoro suddivise per classi. Sensei Paolo Taigō Spongia ha offerto spunti e approfondimenti interessanti sul Sanchin shime,  sul condizionamento, e su tecniche e applicazioni legate al Tora Guchi (mawashi uke, parata circolare a mani aperte tipica del Goju Ryu) mentre Sensei Bakkies ha focalizzato le sue lezioni su tecniche fondamentali di attacco e difesa abbinate a spostamenti fluidi e dinamici. Allenamento che ha voluto mettere al centro la forza e la velocità con richiami continui a mantenere alta la concentrazione, e perfezionare la precisione degli attacchi e delle posizioni di guardia.

Tenere insieme azione dinamica, potenza e precisione dei colpi, l’utilizzo efficace del Kiai, al fine di non tenere compressa nel corpo l’energia generata dalle tecniche che altrimenti risulterebbe nociva per gli organi interni, e il richiamo costante allo Zanshin (termine giapponese che esprime la capacità di rimanere centrati e di non disperdere l’energia, fondamentale in allenamento ed essenziale nella vita quotidiana), hanno fatto di queste ore spese insieme al Maestro Bakkies, (vera e propria leggenda vivente del Goju Ryu tradizionale di Okinawa), la concretizzazione, l’esperienza diretta e tangibile di un insegnamento che dura da più di 50 anni: keep it simple, mantenetelo semplice.

Sudore, ripetizione, concentrazione, forza e velocità. Abbiamo avuto un piccolo assaggio di una vita spesa per il karate e per l’insegnamento del karate. E anche una testimonianza di quello che è stata, e continua ad essere la IOGKF, una scuola che ha come fine esplicito quello di preservare e consegnare alle nuove generazioni lo spirito e l’essenza del Goju Ryu tradizionale, attraverso l’insegnamento diretto di grandi Maestri dello spessore di Sensei Higaonna, Sensei Nakamura, Sensei Bakkies ecc.

Un grazie di cuore va infine a Maestro Paolo Taigō Spongia che ha reso, ancora una volta, per noi tutto questo possibile. Sensei Bakkies a chiusura di Gasshuku ci ha salutati dicendoci che gli esseri umani si suddividono in tre categorie, quella di chi fa accadere le cose e le rende possibili, quella di chi guarda le cose accadere stupefatto e ammirato, e quella di chi dice “che diavolo sta accadendo?”, esortandoci a ringraziare l’impegno e a seguire l’esempio di Maestro Spongia ‘uno di quelli che fa accadere le cose’ che nel corso della sua vita, una carriera lunga più di 40 anni, ha avuto il coraggio, la follia, il sogno e la forza di costruire una scuola che è diventata un punto di riferimento unico in Italia.

Un ringraziamento particolare va all’ASI che ormai da quasi vent’anni sostiene la IOGKF Italia e le sue Scuole nel loro sforzo di preservare, proteggere e  diffondere il Goju-Ryu Karate-Dō di Okinawa come un prezioso tesoro culturale e di Pratica.

Due giorni di duro lavoro, che hanno offerto spunti sui quali continuare a lavorare per mesi. Non solo tecniche ma sudore e vita.